di Max Stefani ( max@outsiderock.com )
Spiega la leggenda che alla mezzanotte del 14 luglio entrasse nella camera da letto di Pete Maxwell, un suo amico. Dentro c'era lo sceriffo Pat Garrett che lo stava interrogando; Henry, detto anche William Harrison Bonney, ma più noto per il soprannome di Billy The Kid aveva solo ventuno anni ed in mano un coltello, arrivava dalla cucina e così chiese ad alta voce due volte "Chi è?", venne riconosciuto ed ucciso con due colpi di pistola. Era il 1881.
Da quella notte la leggenda già ampiamente non verificabile di Billy, divenne sempre più contorta e sfuggevole. Nessuno seppe mai con esattezza chi fosse il vero McCarty e se il ragazzo ucciso fosse il vero Billy; molti sostennero di esserlo, in seguito, ed in almeno un caso un sedicente aspirante The Kid, John Miller, morto nel 1938, venne addirittura esumato nel 2005 e sottoposto a verifica del DNA. Ma nessuno rese mai pubblici i risultati. Nessuno seppe mai con esattezza il numero degli uomini uccisi dal "Ragazzo": si sostiene ventuno, uno per ogni suo anno di vita, ma più probabilmente furono nove, di cui solo due uccisi con certezza da Bonney/McCarty nel corso di una fuga da un carcere; le altre morti avvennero nel corso di violente sparatorie, dove chiunque aveva potuto sparare a chiunque altro.
A 129 anni dalla morte, nel dicembre del 2010, Bill Richardson, governatore del Nuovo Messico, rifiutò di concedergli la grazia postuma, facendo così il miglior favore alla leggenda di un ragazzo la cui vita ha colpito chiunque abbia avuto la voglia di approfondirla.
Almeno quattordici film hanno affrontato la storia romanzata della sua brevissima strada, anche se solo uno è riuscito a far parte, anch'esso, della leggenda: quel "Pat Garrett & Billy The Kid" di Sam Peckinpah del 1973 con la bellissima colonna sonora di Bob Dylan. Almeno una trentina le canzoni note a lui dedicate. Innumerevoli i libri dedicati al Kid.
Estremamente affascinante.
Ma in particolare mi è capitato di scivolare su di una non banale teoria che forse ha dato vita in seguito al tentativo di chiedere la grazia postuma a un ragazzo che pare oggi più una vittima di un crudele assassino. L'intera vita in fuga di Billy venne segnata dal primo omicidio, avvenuto per legittima difesa: l'assassinio di Frank Cahill. Dopo quell'episodio, Billy si guadagnava da vivere facendo il mandriano per John Tunstall, un mandriano inglese che venne ucciso nel corso di una faida tra mandriani quando era al pascolo, disarmato. Billy decise insieme ad altri di vendicarlo e lì iniziò la sua vera leggenda. L'interessante teoria, però, voleva Billy vittima di un gruppo di più sanguinarie amicizie ma soprattutto della sua stessa fama di pistolero per cui veniva costantemente sfidato a duello da giovani pistoleri desiderosi di passare alla storia avendo ucciso Billy The Kid. Inevitabile difendersi in quei casi ed in quei tempi. Inevitabile uccidere.
Questa situazione acutamente descritta ed individuata come la sindrome di Billy The Kid diviene per traslato un problema comune anche ai non pistoleri. Il web ha ridefinito la sindrome, che ora insorge ad ogni occasione in cui un emergente blogger, un soggetto auto dichiaratosi difensore di una fede di qualsiasi provenienza, dove un frustrato pensatore che non ha trovato altro spazio se non il proprio auto-costruito, decide di sfidare a duello verbale e di pensiero chiunque goda di una maggiore visibilità, a suo parere.
Una giungla di gelosie, di desiderio di esposizione ad ogni costo che ben individua i nostri tempi: non si scrive più per il piacere di farlo, per condividere, ma per imporre la propria opinione, senza neppure averla confrontata con se stessi precedentemente. Un'opinione che è sempre e rigorosamente contro qualcuno. Un giungla dove chiunque sfida e spara a chiunque altro. Raffiche di cazzate prive di qualsiasi riferimento reale o storico, pensieri inventati, opinioni inesistenti rimbalzano di pagina in pagina diventando una tanto inconsistente quanto sempre più pesante vox populi che si replica per scissione, come un'ameba che non ha necessità di fecondazione. Diventando credibile.
Questo rende il web sempre meno utile, meno affidabile, specialmente da parte di quei milioni che lo utilizzano con superficialità cercando un conforto alla propria opinione.
Se un tempo gli imbecilli che scrivevano su un giornale erano circoscritti, oggi l'intera galassia non potrebbe contenerli: sedicenti architetti (una categoria di cui ho sempre diffidato, e i miei amici stretti sanno perfettamente il perché: quando ci sono stati problemi nella nostra area professionale, erano sempre creati da architetti che non facevano il loro lavoro ma uno per cui, come si dice in Toscana, "non erano trombati") si mutano i esegeti del rock e lanciano fatwe; ragazzini implumi che frequentano un paio di blog sparano a zero contro chiunque abbia toccato il loro disco preferito, probabilmente uno dei due posseduti e scaricati gratuitamente dalla rete; ragazzine in calore si sentono defraudate perché un musicista ha detto loro la stessa cosa che ha detto a un altro; ex-collaboratori ormai di una certa età vomitano il loro disgusto, in branco, tutti insieme, sui loro blogghini contro il colpevole della loro mancata scalata al successo.
Centinaia di pensatori occasionali (nel senso che pensano occasionalmente) si aggregano ora all'uno, ora all'altro secondo comodità.
E' la democrazia 2.0, bellezza. E' la rissa continua, è la moltiplicazione del troll, del falso nome, del passamontagna virtuale. E' la fine della comunicazione operata con rispetto e delle fonti certe. Billy the Kid è ancora tra noi. Bang, bang....
Benvenuti nel 1881, più che nel 2014!
Ps - Finalmente dopo 42 che faccio giornali sono riuscito a mettere in copertina Peter Green.
Ps2 – Che bello non dover fare la classifica dei migliori dischi del 2013.
Ps3 – Il 14 dicembre il Governo Letta decide una detrazione fiscale del 19% per l’acquisto di libri cartacei, sulle spese sostenute nell’anno solare, per un importo massino di 2000 euro, di cui mille x i libri scolastici e mille x tutte le altre pubblicazioni. Rigorosamente con il codice ISBN. Un’iniziativa che condividiamo in pieno. Ma i dischi? Cambiano i Governi, i politici, ma non c’è niente da fare. La musica sarà sempre un passatempo, più o meno piacevole, ma non certo “cultura”. Sigh.